Lucillo & Giada, quel giorno di 40 anni fa
25 Aprile 1980.
Avevo appena terminato di consolidare in un progetto unitario le idee musicali di un paio d'anni. Due anni nei quali avevo maturato, anche senza studi, la mia identità di musicista.
Mi ero innamorato del basso elettrico, in particolare di Squire e Rutherford, e ambivo a cantare come Jon Anderson. Prima avevo la erre moscia e per cantare avevo fortemente voluto correggerla.
A portata di mano c'erano le tastiere di mio fratello e qualche chitarra, per cui senza grosse pretese avevo una minima abilità polistrumentistica.
Le mie ultime registrazioni pre Sintesi erano due cassette di idee a ruota libera che chiamavo "Danze", tra cui le 2 parti di “Danza di Eden” e giochi per chitarra con le idee embrionali per i temi di “Lamento” e “I 24 Anziani”.
Per La Sintesi avevo scritto “Fermati” e, a quattro mani con Titta, “Ballata Assurda” e “Confusione”. Le prime due coi testi della Manu (Cipriani) e la terza poesia di Garcia Lorca.
Altra lirica della Manu, “Dolce Malinconia”, mi aveva ispirato la parte cantata di “Lamento”. “Gazzella dell'Amore Imprevisto” di G.Lorca fu il primo testo per “Il Codice dell'Armonia”. “Se Vorrai”, potenzialmente senza basso, l'ho scritta invece fraseggiando proprio col basso (forse mentre mi tiravo fuori qualche parte di Squire) e cantandoci sopra una frase in inglese che mi girava in testa, tipo "come inside".
L'idea autobiografica di Lucillo & Giada l'ho già raccontata qui.
Tutto questo è stato buttato giù in poche settimane, col doppio obiettivo di fornire del materiale corposo a La Sintesi e di fare un regalo originale a Daniela. L'occasione andava un po' creata perché non c'era niente di lì a poco, la coincidenza dei 500 giorni (calcolati dal 12/12/1978) con la festa del 25 Aprile mi sembrò un'ideona.
Era un Venerdì, una bella giornata di sole e con Daniela e un po' di amici nel pomeriggio abbiamo fatto la tipica passeggiata a Madonna di Monte.
Degli amici ricordo in particolare il Caster e Diego Merlini perché avevo accennato loro della ricorrenza e del regalo che avevo pronto per Daniela, raccomandando di non rovinarmi la sorpresa. A modo loro mi avevano ascoltato, a modo loro appunto.
La passeggiata fu tutta una serie di sottintesi, Daniela si era messa a canticchiare Battisti e allora loro due a far presente che tra noi c'era un grandissimo cantautore, altroché Battisti. E man mano che Daniela si intagliava che qualcosa bolliva in pentola, loro a rispondere alle sue richieste che "i curiosi si pagano al Sabato... 501".
Non ricordo tanto altro. La sera le ho dato la cassetta (forse non tutti i lettori sanno di cosa si tratta), con testi su foglio quadrettato e piegato a fare da copertina.
All'inizio della side 2 una cover di “Your Move” degli Yes, la cosa che le sarebbe piaciuta di più (poi rimossa dall'edizione ufficiale) e che, eseguita live alla
Festa della Gioventù in Ottobre di quell'anno, sarebbe stata il mio debutto da cantante.
Ho avuto modo di raccontarlo a Jon Anderson dopo il loro concerto dello Union Tour a Milano del 1991… sentendo la mia voce grave nel parlato avrà pensato “You probably sang it 2 octaves below”.
Al Sentenza: recensione inedita Lucillo & Giada
Andromeda Relix Aprile 2020
Al mi aveva scritto “ho ancora nel cassetto la recensione di Lucillo & Giada fatta mesi e poi non uscita su Loud And Proud perchè scambiata per una ristampa”.
Sembra fatta apposta per l’occasione. Eccola.
'Lucillo & Giada' è un album che celebra il progressive rock più classico, che ostenta manierismo senza cadere in alcun clichè, che non fa niente per nascodere le proprie marcate influenze ma senza scivolare in involontarie parodie dei colossi del genere.
Per essere più chiari: ci troviamo di fronte ad un album così bello, armonico e immerso nel magico mondo del prog d'annata che risulta impossibile capacitarsi di come gli sia stato precluso di vedere la luce al tempo del suo concepimento originale (1979-80).
Nato come parto della mente del polistrumentista/cantante Alberto "Baro" Molesini (attivo ancora oggi con i più recenti Marygold) ed infine rivisto, riarrangiato ed inciso in diverse session fra il 2000 e il 2017, questo concept si basa su una storia fantastica che non è altro che una metafora dell'adolescenza del suo autore, presentando nel proprio arco diverse frecce che ne decretano il sorprendente risultato finale: per prima cosa l'essere stato elaborato in un periodo storico pregno di certe idee musicali ancora fresche, molto forti per coloro che erano in grado di riceverle incuranti del marchio di "dinosauri" rifilato da mass media cialtroni e modaioli ai gruppi di riferimento della scena.
In secondo luogo le stratificazioni vocali ad opera di Baro, armonizzate sulla scia di coppie celebri come Jon Anderson/Chris Squire e Vittorio De Scalzi/Nico Di Palo, bellissime ed avvincenti anche senza raggiungere (comprensibilmente) le vette dei "sirenetti" di Yes e New Trolls. Le undici tracce viaggiano da subito su trame variopinte care a caposaldi come Yes appunto ('Lamento', 'Se Vorrai') e Genesis ('L'inganno Di Giada'), preannunciando uno dei vertici dell'album a nome 'Il Codice Dell'Armonia', brano che vede i Baro prog-jets spingersi nell'oscuro spazio che circonda i pianeti di Felona e Sorona entro il quale convivono da sempre inquietudine ed armoniosa bellezza.
'Danza Di Eden 2' è un affresco di pianoforte che pare sottratto alla collezione di gioielli appartenuta alle sei mogli di Enrico VIII, ma in questa sbornia generale di vintage prog-rock non potevano mancare riferimenti disseminati qua e là ad eroi nazionali come P.F.M. e Banco, tratteggiati con leggiadria in 'Our Fate Lies All Around The Universe', brano chiave dell'album insieme a 'Nel Polo Di Eden', ricco di cambi d'atmosfera e contrappunti ritmici sui quali si appoggiano cori che vanno a planare sulla terra di mezzo che giace tra 'The Yes Album' e 'Fragile'. La stupenda chitarra acustica fra classica e madrigale che introduce la conclusiva 'Se Vorrai (Il Ritorno)' è figlia diretta di Steve Howe, sviluppandosi sulla melodia-guida di inizio album in un saluto finale romantico, corale e intriso di speranza.
Doverosi i complimenti per tutti gli attori coinvolti: ad Alberto Molesini in primis per una prova vocale e multi-strumentale incredibile, ai suoi bravissimi comprimari (formidabile il drumming di Gigi Murari) ed all'inossidabile Andromeda Relix per l'encomiabile sforzo con il quale ha preservato questo progetto dall'immeritato oblio al quale sarebbe stato destinato.
Francia: Didier Gonzalez su Highlands n. 96
Maggio 2019
"La musica di BARO, ricevuta attraverso i suoi due PROG-JETS è una rivelazione.
Il tutto suona fresco, arioso e anche tecnico e virtuoso.
Le combinazioni strumentali, molto piacevoli, sono a volte audaci e
spesso di una bella creatività.
Alberto MOLESINI è un musicista da seguire."
Luca Paoli su Gioco.it
22/04/2019
È con immenso piacere che mi appresto a segnalarvi due grandi album finalmente riediti, riveduti ed aggiornati.
Alberto Molesini in arte "Baro" è attivo nella scena progressive italiana' fin dai tardi anni '70 col gruppo" La Sintesi" che contribuiranno ad alimentare ed a saziare, con i loro concerti, la voglia di prog nel nostro paese.
Nel 1980 esce il loro primo album intitolato "Lucillo & Giada" . Un concept, diviso in quattro atti ( ma nel nuovo cd suddivisi in più tracce per praticità d'ascolto) che racconta, in chiave fantapolitica, le esperienze da adolescente dell'autore. Tre anni dopo esce il secondo album "Topic Würlenio".
Un album forse meno prog, più immediato ma sempre di alto livello artistico.
Due lavori che si muovono tra progressive rock e folk non trascurando mai la melodia.
È da poco uscito sul mercato un doppio cd a cura di Andromeda Relix e distribuito da GT Music Distribution che raccoglie entrambi i lavori. Alberto Molesini ci mette mano aggiungendo nuove idee ed arrangiamenti lasciando intatto lo spirito e l'idea di questi due progetti.. Il mio consiglio è di immergervi in questi splendidi ambienti prog e lasciarvi trasportare dalle ottime armonie vocali e dal sound molto vario e suonato in modo eccelso da tutti i musicisti coinvolti.
Dategli una chance e non ve ne pentirete.
Luca Paoli
G.F.Cassatella su Raw & Wild
29/04/2019
RawAndWild.it
La storia di Alberto Molesini dei Marygold affonda le proprie radici negli anni 70, ai tempi della prog band La Sintesi. Un paio di progetti discografici – Lucillo & Giada e Topic Würlenio – ideati nella prima metà degli anni 80, che hanno avuto poca fortuna, oggi vengono riproposti in doppio Cd marchiato Andromeda Relix. Con lo pseudonimo Baro, l’etichetta veneta rilancia quei brani in una nuova veste, frutto di un’operazione riarrangiamento che, comunque, non ha del tutto azzerato il sapore anni 80 dei due lavori. Perché entrambi i dischi, anche se chiaramente ispirati dai mostri sacri del prog nostrano e internazionale dei 70, risentono in qualche modo dell’influenza delle band neo-prog (non sempre amatissime dai fan della musica progressiva) che all’epoca andavano per la maggiore.
Andiamo con ordine, il primo CD, Lucillo & Giada, tra i due è quello più canonicamente prog, le atmosfere si rifanno più esplicitamente alla tradizione italica del genere, Le Orme e De De Lind sono alcuni dei nomi che mi sono tornati in mente durante l’ascolto. Il disco è strutturato in quattro passaggi differenti, che sanciscono le diverse fasi di quello che potremmo definire un concept di formazione.
Topic Würlenio sin dal suo attacco simil-Area mi ha convinto di più, rispetto al dischetto precedente si muove con maggiore disinvoltura e libertà stilistica, alla fine appare meno scolastico e “telecomandato”. Entrambi gli album presentano una registrazione impeccabile che mette in risalto le capacità tecniche dei gli strumentisti che accompagnano Baro nel suo viaggio a ritroso nel tempo. Queste opere infatti richiedono una gamma espressiva notevole, e solo un’esecuzione impeccabile può evidenziare i diversi stati d’animo dell’evolversi dei canovacci delle due trame. Il pacchetto completo è notevole oltre che utile a riportare a galla un paio di passaggi della storia minore e più nascosta della storia della musica rock italiana. Per collezionisti e completisti, che non si accontentano dei soliti cinque o sei nomi maggiori.
Voto: 7.5/10
Raffaele Astore su RockGarage.it
31/03/2019
RockGarage.it
È stata una sorpresa ritornare indietro nel tempo di un progressive che fu ma che, viste le continue produzioni che ascoltiamo o recensiamo, non tramonta mai. E meno male perché, quando parliamo di progressive, intendiamo dire musica qualitativa e quantitativa visto la mole di strumenti necessari a produrla. Bene, detto ciò, veniamo a questo esordio dei Baro Prog-jets che è davvero un ottimo esempio di progressive anni settanta, o giù di lì, con atmosfere che richiamano grandi band italiane con vicinanze particolari, per i cori, ai mai dimenticati New Trolls, quelli però dell’era primitiva. In realtà quello che abbiamo nel lettore sono due album contenuti in uno, vale a dire una mole di lavoro non indifferente soprattutto per noi che ci apprestiamo a parlarne. E vista la considerevole mole di pezzi presenti in questa, chiamiamola, raccolta, non fateci faticar tanto perché per capirne la vera essenza di tutta questa produzione è necessario arricchire la propria discoteca andando ad acquistare l’album.
Ma torniamo ai contenuti di questo lavoro: Baro ha voluto con questa produzione dare spazio a composizioni realizzate nel tempo dando un nuovo costume alle stesse che hanno portato poi alla realizzazione di Lucillo & Giada il primo CD in custodia. Ed è qui, in questo primo CD, che tutte le atmosfere progressive si diramano passando dal classicismo all’intersecazione di più strumenti che hanno fatto grande questo genere, che varia tra sinfonia e rapsodie epiche. E non è nemmeno un caso che il CD Lucillo & Giada, composto da undici brani sia suddiviso in quattro scene quasi fosse una suite teatrale, anzi musicale. Bel lavoro non c’è che dire! Baro, poi, avvalendosi di grandi musicisti, porta la musica composta ad altezze inusuali dove sono palpabili alcuni passaggi di stampo Genesis con tocchi di chitarra acustica ed un tastierismo che è davvero intenso. Ma Baro non dimentica mai, nemmeno per un attimo, quelle che sono le sue radici musicali, cioè il progressive tricolore fatto di grandi suoni e grandi voci che hanno come riferimento non solo i New Trolls degli esordi ma anche la P.F.M. delle produzioni americane quando, il nostro progressive sbarcò oltreoceano. Insomma, un doppio CD che a noi sembra essere stato realizzato per suddividere le annate, vale a dire Lucillo & Giada rivolto più al rock anni 70 mentre con Topic Würlenio l’era è quella anni 80, un ventennio insomma suddiviso in due contraddistinti CD.
C’è una cosa in più però in questi due contraddistinti lavori che bisogna sottolineare: se si vogliono ascoltare i fasti di un passato che spesso ritorna – dicasi ad esempio Osanna, P.F.M., New Trolls o altro, è sufficiente mettersi all’ascolto di Lucillo & Giada e poi di Topic Würlenio per sentirsi catapultati in pieno anni 70 e 80. E non è un caso che sia così perché, la musica di quell’epoca è più attuale che mai. Sarà perché quando lo davano per spacciato lui, il progressive intendiamo, ha giocato un brutto scherzo a tanti di coloro che lo consideravano ormai sulla via del tramonto; già, perché, il rock non è mai morto…e nemmeno il progressive. E meno male. Buon ascolto a tutti.
Voto: 7/10
Romano Depolo su Rock Hard
Aprile 2019
Andromeda Relix riporta alla luce due lavori composti negli anni '80 da Alberto Molesini, cantante bassista, compositore e polistrumentista veronese con il nome d’arte Baro. Nel primo CD è presentata Lucillo & Giada, un’opera rock risalente al 1980 che raccoglie a piene mani le sonorità dei grandi gruppi progressive degli anni 70 con YES e Gentle Giant su tutti, senza dimenticare la gemma italiana che porta il nome di PFM. Ci troviamo davanti a un concept cantato in italiano che descrivendo in modo apparentemente ingenuo il rapporto tra un uomo e una donna sballottati tra dimensioni diverse riesce a sviluppare tematiche ben più profonde e complesse. II basso è la trave portante su cui si basa la musica che scorre in modo sinuoso a volte orecchiabile, ma senza mai fornire facili appigli o banali vie di fuga.
Il secondo disco Topic Wùrlenio presenta invece composizioni scritte nel 1983 che risentono In modo evidente della progressione musicale e di un'influenza new wave che contribuisce a rendere l'approccio musicale più somplice e accessibile. La componente prog risulta pertanto più annacquata ed è forse meno percepibile.
In conclusione, un progetto sicuramente interessante che specialmente nella sua prima parte riporta alla luce sonorità che sono da sempre punto di ritrovo per chi apprezza spunti originali
Voto: 6,5
Valentino Butti su Arlequins.it
30/03/2019
Arlequins.it
Alberto Molesini, in arte “Baro”, polistrumentista veneto, iniziò a comporre i due album che vedono, grazie all’Andromeda Relix, solo oggi la luce, circa quaranta anni fa, ancora adolescente. In particolare la prima versione di “Lucillo & Giada” fu elaborata a cavallo degli anni ‘70 e ’80, quando era uno dei membri del gruppo “La Sintesi”, mentre del periodo 1981/83 è “Topic Würlenio”. Entrambi i lavori avevano la funzione primaria di “creare” una set-list live per il gruppo. Dopo ulteriori esperienze, l’ultima delle quali come bassista-ospite dei “Marygold” (bello il loro “One light year”), una serie di combinazioni (la conoscenza dei responsabili della Andromeda Relix, l’essere citato in un libro dedicato al progressive italiano) convincono Molesini a riprendere in mano il materiale composto in gioventù. Ecco, dunque, questo doppio cd, edito proprio dalla Andromeda Relix nei primi mesi del 2019.
Il primo “Lucillo & Giada” è un concept album fantapolitico suddiviso come in un’opera teatrale in 4 scene (per 11 canzoni totali e 44 minuti di durata) in cui Molesini si occupa, oltre che del basso, delle chitarre, delle tastiere e del canto. Ospiti dell’album Gigi Murari alla batteria, Massimo Basaglia alle chitarre in alcuni brani, Paolo Zanella al piano (in un brano) ed Erica Cipriani alla voce (anche lei in un solo brano), cioè la line-up de “La Sintesi” che proponeva on stage l’opera o almeno una parte di essa. Superfluo soffermarci sui singoli brani, meglio considerare l’album nel suo insieme come un unico lungo pezzo: ecco un raffinato prog sinfonico, cantato in italiano (tranne un brano… bilingue…), ricco di impasti vocali (un po’ alla New Trolls), di notevole vivacità melodica, con buoni passaggi strumentali più vicini al rock/new prog dei primi anni ‘80 (anni in cui fu elaborato il concept, non dimentichiamolo) che non alle sonorità del decennio d’oro precedente. Se proprio fossimo“costretti” a scegliere un brano che più di altri sappia rappresentare al meglio il progetto sceglieremmo “Il polo di Eden”, con una morbida introduzione affidata alla chitarra acustica ed al flauto seguito da un crescendo strumentale che anticipa il cantato. Segue una svolta appena più heavy con la chitarra elettrica in evidenza in alternanza con le tastiere e poi, a chiudere, canti e controcanti ariosi. Nel complesso un lavoro gradevole, a tratti ingenuo, ma con delle belle idee non sempre portate compiutamente a termine… ma era un Molesini molto molto giovane.
Di tutt’altro “peso” è “Topic Würlenio”, suddiviso in 9 tracce che, benché slegate tra loro, hanno come corollario la traccia 1 e la traccia 9 col medesimo titolo “Mosaico d’uomo-intro” e …”Mosaico d’uomo” (diviso in tre sezioni). Enfatica e breve introduzione di tastiere la prima, brillante, ma dai suoni un po’ “freddi” la seconda. Largo spazio affidato ai cori, sempre piacevoli, che rimandano ai New Trolls e al… Castello di Atlante. Quello dei suoni “freddi” è un po’ il segno dei tempi, i primi anni ’80, quindi non ci stupiamo più di tanto di fronte a certe sonorità, come nella gradevole “Tracce di un’avventura”, con il basso in primo piano e tastiere sfavillanti. “Ach the stomach contraction”, introdotta dalla chitarra acustica, è un altro pezzo riuscito, con notevoli linee di basso, interessanti squarci strumentali, mentre difettano un poco le parti cantate. Il tentativo di fare convivere l’easy listening vocale con strutture musicali più complesse è il fil rouge degli altri brani e non sempre il risultato convince: insipida “Attesa” e troppo melensa “Chiare gocce di pioggia”. La title track risulta essere una delle tracce più interessanti con trame articolate veramente piacevoli.
Un lavoro, questo “Topic Würlenio”, con luci ed ombre. Le “luci” sono la facilità melodica che pervade le composizioni di Molesini, dalle più semplici alle più elaborate. Le “ombre” sono le già citate sonorità usate che, paradossalmente, appaiono più datate che non quelle “vintage” anni ’70 e inoltre una certa ripetitività delle soluzioni canore. Vediamo ora cosa Molesini/Baro vorrà fare “da grande”, se riaprire ancora una volta i cassetti di gioventù oppure dedicarsi a musica nuova di zecca.
Mario Giammetti su Classic Rock
Marzo 2019
Reperti prog
Fin dagli anni 70 e attivo in diversi progetti (La Sintesi. Marygold), il bassista Baro raccoglie in un doppio Cd due album registrati tra il l’80 e l'83 ma mai pubblicati. LUCILLO & GIADA è un concept prog bucolico a tratti vicino ai New Trolls, mentre TOPIC WURLENIO abbraccia anche l'electro funky.
Il tutto suonato, e bene. Il canto, invece, non sempre convince altrettanto.
Mario Giammetti
Enrico Burzum Pauletto su MetalHead.it
04/03/2019
MetalHead.it
Un doppio album prog… e non metal prog, proprio il progressive anni ’80, che già almeno una decade prima aveva messo l’Italia giusto al secondo posto dell’ambiente musicale mondiale ma solo perché a occupare la prima piazza era un certo gruppo inglese…
Musica anni ’80 si diceva. Baro, lo pseudonimo di Alberto Molesini, è bene o male sempre stato presente nella scena prog tricolore, così dai suoi archivi ha deciso di rispolverare e riarrangiare due vecchi album usciti proprio nel primo lustro degli anni ’80.
“Lucillo & Giada” è un mastodontico concept diviso in 4 atti (ma qui suddiviso ulteriormente per aumentare la praticità dell’ascolto) davvero ambizioso ed avvincente. I suoni non sono stati cambiati moltissimo per quello che concerne l’atmosfera progressive, prerogativa squisitamente tricolore. È come ascoltare il suono di una macchina d’epoca riportata alla luce e sistemata con le moderne tecnologie. Cantato in italiano, offre uno spaccato di come era la musica nella penisola quasi quarant’anni or sono: testi trascendentali e mai banali, musica emotiva che scava solchi nell’animo umano, atmosfera unica e completa libertà e dedizione alla sperimentazione.
Più canonico il secondo cd, forse addirittura meno prog e più stilisticamente libero dai canoni, più fruibile ma che regala a lungo andare meno emozioni rispetto al lavoro precedente.
Gli strumenti sono suonati con tanta perfezione che è di fatto inutile starci tanto a perdere tempo, qui c’è gente che suona da talmente tanto che io manco ero nato quando aveva cominciato, quindi mi sembra iniquo soffermarsi sul punto.
Invece mi preme dire che l’opera qui (ri)esposta è davvero uno spaccato imprescindibile per gli amanti del prog, sia gli addetti ai lavori che no, registrato e riproposto in splendida forma. Quasi un lavoro nuovo di zecca…
Voto: 8/10
Dazagthot su MetalEyes.Iyezine
04/03/2019
MetalEyes.iyezine.com
PER COLORO CHE AMANO IL PROG PIÙ CLASSICO, CONTAMINATO DI ATMOSFERE ANNI OTTANTA. L'OPPORTUNITÀ DI RISCOPRIRE I PRIMI PASSI DI UN ECCELLENTE ARTISTA.
RECENSIONE 8.5
Baro è il nome d’arte di Alberto Molesini, bassista, cantante, songwriter e polistrumentista che, alla fine degli anni Settanta, fondò i Sintesi: un interessante tentativo di unire la tradizione prog inglese (Yes e King Crimson in primis) e il pop sinfonico italiano di PFM e Orme.
Nel 1980 fu realizzato al fine di alimentare il repertorio dal vivo del gruppo il concept in più atti Lucillo e Giada, una sorta di ambiziosa opera rock. Tre anni dopo fu la volta di Topic Wurlenio, altra raccolta di materiale live da proporre in concerto. Per il prog non erano, lo si rammenti, anni facili, né da noi, né all’estero. Dopo l’apparizione su una compilation di Radio Studio 24, il progetto entrò in stand-by. Molesini, durante gli anni Novanta, collaborò con gli Hydra e col duo pop metal degli Elam. Nel nuovo millennio, con l’aiuto delle nuove tecnologie, uscì quindi Utopie. Dal 2004 Molesini suona con i Marygold, ottima band progressive di casa nostra, responsabile dell’ottimo One Light Year (2017).
Tuttavia, la voglia di concretare i progetti giovanili non deve essersi nel nostro mai spenta: ecco quindi spiegato Baro Prog-jets, un lavoro di rispettoso ricupero del periodo 1980-83, con nuovi apporti ed arrangiamenti. Ci è così possibile ascoltare oggi quei due primi lavori di Baro: un prog rock tradizionale, pieno di idee e di spunti originali. Molti i temi musicali che si intrecciano in Lucillo e Giada. Topic Wurlenio venne scritto in piena epoca new wave e ne conserva giustamente le influenze, un po’ nello stile dei primi Twelfth Night.
In definitiva, due bellissimi lavori, che vedono ora finalmente la luce su doppio CD, non senza rimandi anche a BMS e Osanna.
Max Salari: prima recensione a Lucillo & Giada-Topic Würlenio
24/02/2019
NON SOLOPROGROCK.BLOGSPOT.COM
L’Andromeda Relix spesso pone l’attenzione su lavori che nel tempo non hanno avuto per qualsiasi tipo di motivo le giuste considerazioni, se non addirittura privati dell’uscita discografica. Una ricerca meticolosa e coraggiosa che molto spesso stupisce nel risultato. Capita che alcuni gruppi escono con un lavoro nel momento sbagliato, ad esempio esordire con il Progressive Rock nei primi anni ’80 è quantomeno penalizzante visto che il genere alla fine dei ’70 tira i remi in barca. Ma se qualcosa è valido lo è sempre, indipendentemente dall’anno o dalle mode.
Detto questo entriamo nel mondo di Alberto Molesini in arte Baro, bassista e polistrumentista, cantante e compositore. Negli anni ’70 ha fatto parte del gruppo La Sintesi, musicisti estimatori di band come King Crimson e Yes per le sonorità. Dal 2004 suona e scrive con la band Marygold, autrice anche dell’ottimo “One Light Year” del 2017.
Nel tempo Baro sente l’esigenza di poter dare voce a quei lavori di gioventù che poco hanno visto luce, escluso “Topic Würlenio” del 1983 pubblicato in vinile su una compilation di Radio Studio 94. Una veste nuova, ri-arrangiata, ad iniziare dal primo cd che si intitola “Lucillo & Giada”, opera Rock del 1980. Esso è un unico brano di quarantaquattro minuti suddiviso in quattro scene, un concept che parla di fantapolitica con spunti anche autobiografici.
Qui risiedono tutti i requisiti che fanno del Progressive Rock un genere a tratti sinfonico ed epico, con annessi cambi di umore e di tempo. Riesco a cogliere alcuni passaggi vocali cari a gruppi nostrani come i Giganti di “Terra In Bocca” o i New Trolls e un motivo di base che si stampa immediatamente in testa, perché la musica di Baro è altamente orecchiabile e d’effetto. Nel corso del disco, l’artista si avvale della collaborazione di special guest che rispondono al nome di Massimo Basaglia (chitarra), Gigi Murari (batteria), Paolo Zanella (tastiere) ed Elena Cipriani (voce).
La suite “Lucillo & Giada” è un grande volo pindarico, pane per il Prog fans più incallito, gli anni ’70 sono prerogativa, ma anche il fatto che gli ’80 sono arrivati, così il New Prog sta covando e qualche prototipo di passaggio lo si avverte. Ovviamente non mancano (specie in alcune chitarre) i passaggi alla Genesis, immancabili maestri del genere sinfonico in esame.
Sarà pure un lavoro di gioventù, ma io personalmente ci sento dentro tanto materiale e ne resto ampiamente soddisfatto e colpito.
Venendo a “Topic Würlenio” la cosa che risalta maggiormente è proprio il fatto che gli anni ’80 sono arrivati in pieno, il suono ne è spia. Il disco è suddiviso in nove tracce. L’intro di tastiere dal titolo “Mosaico D’Uomo” irrora l’ascoltatore di suoni epici e ridondanti conducendolo a “Tracce Di Un’Avventura”. Il basso gioca come sempre nella musica di Baro un ruolo quasi centrale, sciolinando riff e melodie dal suono caldo e pieno. Le parti strumentali sono sempre di grande effetto e mettono in evidenza le capacità compositive di Molesini. Belle le fughe come in “Ach The Stomach Contraction”. Buoni gli arrangiamenti, musica curata nei particolari, suoni che fanno da controcanto al refrain principale completano il sound in maniera importante.
Baro gioca anche con grazia su certi passaggi strumentali, con rispetto delle melodie e buone idee, ascoltate “Chiare Gocce Di Pioggia” per credere.
Ottima la title track “Topic Würlenio”, così la conclusiva “Mosaico D’Uomo”.
Simpatica nella costa della cover del cd la frase che richiama i Beatles (volutamente o no, non saprei) “Baro… With A Great Help From His Friends”.
Questo doppio lavoro di Baro sa dunque elargire molte emozioni, care a chi è intenditore di questa musica, dategli una possibilità e non ve ne pentirete. MS